Trattamento delle acque
Trattamento delle acque di produzione petrolifera
Nella fase estrattiva ai centri di trattamento olii delle compagnie
petrolifere viene avviato un quantitativo di greggio
estratto e di acqua.
Più il pozzo è datato, maggiore è la percentuale d’acqua che
esce frammista ed emulsionata al greggio, sino ad arrivare a
percentuali che possono superare il 90%.
La prima attività del Centro Trattamento Olii è di separare il
greggio dall’acqua e dai solidi sospesi attraverso processi di
centrifugazione o attraverso l’utilizzo di idrocicloni.
Poiché il flusso di estratto verso le attrezzature di separazione
non è costante, l’acqua ed i solidi sospesi che escono dai decanter
possono avere (nei momenti di flusso abbondante) percentuali
di idrocarburi ancora importanti.
Nelle concessioni nel deserto, queste acque dette ‘di produzione’
vengono immesse nella natura e solo talvolta (e nelle
concessioni più moderne) in bacini di stoccaggio dotati di regolare
impermeabilizzazione, nelle vecchie concessioni vengono
espulse in maniera del tutto libera, sì da formare un fiotto
d’acqua inquinata che, sfociando in qualche depressione desertica,
va a formare laghi artificiali sui quali flotta il greggio in
sedimentazione.
Primaria opera di repressione dell’inquinamento diventa pertanto
l’eliminazione degli idrocarburi in superficie, il loro trattamento
ai fini dell’acqua in emulsione e della polvere di sabbia
(granulomentria di circa 0.5 micron).
Quest’attività consente alla compagnia petrolifera concessionaria
il recupero del prodotto, con conseguente riduzione del
costo dell’attività di bonifica.
Quest’attività è stata svolta dal Gruppo Crismani nella concessione
sahariana di El Borma sui tre laghi artificiali ivi creatisi in
oltre 50 anni di attività estrattiva di un prodotto fra i più pregiati
a livello mondiale.
Recupero di petrolio grezzo dagli invasi di El-Borma
In data 09 giugno 2010 è stato effettuato un sopralluogo propedeutico
allo studio e redazione di un progetto di bonifica
di tre laghi artificiali creatisi in oltre 50 anni di attività estrattiva
a seguito del rilascio nella natura delle acque di produzione
provenienti dalle vicine perforazioni petrolifere.
Il sito si trova in Tunisia nella zona desertica di El-Borma, al confine
con l’Algeria, ad una altezza di m. 259 sul l.m. con un clima
prevalentemente secco, venti provenienti alternativamente da
tutti i quadranti ed una temperatura media nel periodo da ottobre-
marzo di min. 5°C e max. 33°C e, nel periodo aprile-settembre,
min. 15°C e max. 42°C con picchi che possono superare
anche i 50°C nei mesi di luglio e agosto
Ad una vista d’insieme i laghi artificiali si presentano allungati
in direzione Nord-Ovest segmentati in tre bacini, comunque
collegati, di ampiezza decrescente da Sud a Nord e con una
profondità variabile sino a 7 metri e mezzo; i bacini vengono
alimentati da un canale di immissione nel quale il flusso d’acqua
è discretamente importante, atteso che giornalmente viene
espulso un quantitativo d’acqua pari a circa 20.000 tonnellate.
Sulla superficie, a pelo dell’acqua, si riscontrava la presenza di
notevoli quantitativi di petrolio grezzo il cui spessore variava
di punto in punto a seconda della direzione del vento che lo
convogliava verso una sponda piuttosto che un’altra, i due bacini
naturali posti a Nord presentavano una maggior quantità di
idrocarburo affiorante dovuta allo “sfioramento” di quelli che li
precedevano. Le sponde dei bacini hanno una media consistenza
e risultavano fortemente contaminate dal prodotto greggio
‘spiaggiato’ dal vento.